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Sant'Angelo d'Ischia tra fede e folklore nel reportage di Tangorra

San Michele Arcangelo a sant'Angelo d'Ischia

Sacro e profano. I volti della fede, quelli della celebrazione popolare: grandi e bambini che affollano il paese per un rituale che si rinnova, ogni anno, tra terra e mare.

La festa patronale di San Michele Arcangelo è un evento che il piccolo borgo di pescatori di Sant’Angelo d’Ischia attende per un anno intero: l’abbraccio corale tra residenti e turisti, affascinati dalle tradizioni, ammanta le piccole stradine del paese.
Un suggestivo dedalo che la statua del Santo, portata in spalla dai fedeli, percorre all’imbrunire nella suggestione del borgo illuminato dalle “lampetelle”. All’indomani, la processione via mare prevede un lungo torpedone di barche sulla scia del “Pellicano”, l’unica che ha il privilegio di trasportare il Santo nel tragitto che tocca – da Punta Chiarito ai Maronti – alcune delle baie più suggestive dell’isola d’Ischia, concludendo il suo percorso nel porticciolo del borgo caro ad Angela Merkel.
Emozioni e attimi che il fotografo barese Giuseppe Tangorra, classe 1985, ha immortalato in un suggestivo reportage in bianco e nero, catturando il pathos degli ischitani, e in particolare la devozione del popolo santangiolese, e la curiosità dei turisti, che ancora affollano l’isola nell’ultimo scorcio settembrino.
Dalla Cambogia alla Bosnia, dalla Romania all’Austria: Tangorra racconta luoghi e persone, soffermandosi spesso sulla dimensione antropologica del viaggio: “Luci e ombre restituiscono le emozioni dello scatto. – racconta – Uno scatto che nasce dal desiderio di guardare il mondo da nuove prospettive. Studiando volti e culture, lontane o vicine, come nel caso del piccolo borgo di Sant’Angelo”.(Pasquale Raicaldo)

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